L’eterna metamorfosi, Porfilio e i magici insetti sotto vetro

Ott 2, 2020 | L'Eterna Metamorfosi

GAZZETTA DI PARMA – VENERDI 2 OTTOBRE 2020

MOSTRA L’eterna metamorfosi, Porfilio e i magici insetti sotto vetro

MARZIO DALL’ACQUA ■ Saranno, una volta scomparsi noi umani, i nostri eredi, signori del pianeta: gli insetti. Lo saranno perché enormemente più numerosi, meglio differenziati per specie e funzioni , più duttili nell’adeguarsi al cambiamento e alle trasformazioni. Anche più antichi di noi, per cui di più lunga esperienza nel sopravvivere. Giuseppe Porfilio è un entomologo, di origine reggiana, tuttala vita ha studiato ed amato gli insetti , facendone la sua professione, con una passione che si è sublimata in arte. Non da una estetica contemplativa ma da una drammatizzazione – appassionata e partecipe è nata la mostra che verrà presentata alla Chaos Art Gallery di vicolo al Leon d’oro di Parma domani alle ore 17-Una esposizione costruita su sollecitazioni tra passato, tradizione e anticipazione del futuro, per cui ne esce un’inquietudine che diventa riflessione non solo emozione. L’ansia non deriva dalla presenza degli insetti veri in questi assemblaggi artistici, poiché essi sono ben rinchiusi. Per l’esattezza in ventisei campane di vetro, le stesse sopravvissute tra “le buone cose di pessimo gusto” del salotto de “l’amico di nonna Speranza” di Guido Gozzano, dove in elencazione, alla Eco, troviamo “i frutti di marmo protetti dalle campane di vetro”, appunto. Lo stesso Gozzano di cui Vittorio Parisi in una bella introduzione in catalogo ricorda il poema “Far. falle. Epistole entomologiche”. Sotto le campane di vetro, in una camera delle meraviglie rinascimentale, non ci sono solo insetti ma anche orologi, relitti di costruzione, pezzi di metallo , in una atmosfera di apocalisse prossima futura e di lento rifiorire della vita tra fredde sopravvivenze. Gli insetti diventano così, in ogni teca, protagonisti di una, situazione esistenziale , tra metamorfismo , mimetismo, adattamento e fuga verso un altrove che consenta una nuova vita. Da qui l’emozione che scaturisce da ogni campana, perché avvertiamo di guardare un nostro possibile futuro. L’operazione artistica di Porfilio si inserisce nella ricerca che dai futuristi alle estreme avanguardie di oggi, ha elaborato nel costruire opere e messe in scena che indicano il rapporto tra natura ed artificio, tra essere vivente e materia inerte, fino alle “macchine celibi” di Duchamp che sembrano dar forma al mondo anacronistico detto steampunk: un filone della narrativa fantastica propria dei romanzi di Conan Doyle, H. G. Wells e Jules Verne, per intenderci. Un catalogo stampato dalla Colornese con splendide foto di Mauro Davoli; in galleria documenta la mostra intitolata appunto “L’eterna metamorfosi. Le macchine celibi di Giuseppe Porfilio”, grafica di Stefania Benedetti, che durerà fino al 22 ottobre .

L’eterna metamorfosi

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