Porfilio e il monito in difesa della natura

Nov 28, 2021 | L'Eterna Metamorfosi

GAZZETTA DI PARMA
12 Domenica 28 novembre 2021
LA DOMENICA | VISIONI D’ARTISTA

Lucanide, cetonino, lepidottero, insetti vari, polistirene, gesso e parti di meccanismi. Ecco «Opera n° 85. La Fenice, rinascita, adattamento» (fotografata da un altro artista, Mauro Davoli). Insetti, materiale organico, materiale inerte: le sculture di Giuseppe Porfilio sono fatte di ogni tipo di materiale, il tutto, sempre ricoperto da una campana di vetro, per isolare e valorizzare l’insieme. In un certo senso, per proteggerlo, «marmorizzarlo», renderlo eterno.
Quello di Porfilio è un discorso sulla natura, sul suo evolversi e il suo adattarsi alle condizioni estreme a cui sottoponiamo, noi invasivi esseri umani, il pianeta. Perciò dal percolato dei rifiuti tossici, l’artista fa rinascere gli insetti, esseri viventi tra i più tenacemente adattabili.
Le opere di Porfilio dapprima sorprendono per rigore estetico, poi incuriosiscono per la ricchezza dei materiali, quindi disgustano quando l’osservatore ne cogli i dettagli. Tutto sembra voluto: attirare l’attenzione per poi sferrare il colpo racchiuso nel monito «riflettete gente, riflettete».
L’opera di Porfilio – ha scritto Marzio Dall’Acqua – è il trionfo della vita nella sua complessità, nella sua fisicità, nei suoi corpi che vogliono costruire un’altra epoca del mondo, un’altra stagione evolutiva. Solo vivendo ci si oppone alla dissoluzione ecologica del mondo. È questo sia l’imperativo che il messaggio morale di fondo di Porfilio». Un inno alla vita, quindi. E alla natura, in tutte le sue forme.
Katia Golini

L’eterna metamorfosi

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